Xi’an, Guilin, Nanchino, Suzhou: Cina terza puntata

di Emilia e Lindo
Dopo il secondo racconto della nostra vacanza in Cina  eccoci alla  terza puntata:

Xi’an piccola pagoda dell’oca selvatica

 
E’ una delle due pagode buddiste più famose ed importanti della Cina, erette durante la dinastia Tang, circa 1300 anni fa. La leggenda dice che un terremoto l’aveva colpita formando una crepa lungo tutta l’altezza ed un altro l’aveva ricongiunta..
E’ una giornata di pioggia e passeggiamo in curatissimi giardini divisi in cortili che  danno un’immensa sensazione di pace. 

Usciti ci dirigiamo nel caotico mercato musulmano dove ci divertiamo ad osservare lo “street food cinese…” Super acquisti e tanto divertimento.


Una visita che desideravo..

Il piccolo esercito di terracotta:

Il grande esercito visto ieri era, al confronto, “grezzo”; questo è la raffinatezza, la cultura. 



Composto da 1000 soldati, di dimensioni più piccole, all’origine vestiti con vesti di seta ed armi. Sono rappresentate anche le donne, gli utensili di tutti i giorni, gli animali e gli eunuchi. E’ grandioso e fa tenerezza. Ogni viso è diverso dall’altro e vi sono espressioni truci, allegre, annoiate..

Le statuine sono nude e senza braccia, perché gli abiti in stoffa e gli arti, che erano mobili e realizzati in legno, col passare del tempo si sono dissolti. Alcune statuette hanno tracce di colore, lasciate da sciarpe di seta rossa. Tutte le sculture sono costruite rispettando le proporzioni e curando meticolosamente i dettagli; questo valorizza l’abilità artistica di chi le ha eseguite. In alcuni punti si cammina sul vetro (con copriscarpe di plastica) e, al disotto si vedono gli scavi. E’ inestimabile questa scoperta, perchè aiuta a conoscere culturalmente le abitudini di popoli ormai scomparsi.

                                                 Ecco come si presentava all’origine

Meno conosciuto del grande esercito, per noi molto più interessante.

Trasferimento aereo a Guilin, nella regione del Guangxi

L’arrivo è sotto la pioggia. Ci risvegliamo in un paesaggio ovattato ed immerso nella nebbia.  La nostra guida ci parla del clima sub tropicale e della difficoltà a sopravvivere con questo  tasso di umidità altissimo: non è consigliabile restare più di due giorni..

                                                             la nostra guida a Guilin

Rappresenta una delle destinazioni turistiche cinesi più popolari in quanto è il punto di partenza della crociera sul fiume Lijiang, 


reso famoso dalle formazioni calcaree alte decine di metri che lo circondano.  E’ un paesaggio fiabesco, unico, il tipico paesaggio cinese riprodotto su stampe e dipinti. 


Sulle rive pascolano bufali


e sul fiume passano zattere costruite con grosse canne di bambù lunghe 4/5 metri, sulle quali c’è il pescatore con il cormorano.

Questo tipo di  pesca ha avuto origine quasi 3.000 anni fa. Una volta catturata la preda, il cormorano riemerge, ma un attimo prima di ingoiare il pesce è il pescatore che se ne impossessa, poiché ha legato una sottile corda di canapa (o un anello metallico) attorno alla gola del volatile. Finita la pesca il pescatore premia il cormorano dandogli i pesci piccoli. 
Un’altra esperienza è “l’arrembaggio” dei venditori che vagano sul fiume con le loro barchette di bambù, si ancorano ai  battelli con una corda e ti vendono i loro prodotti.

Pranziamo a bordo mentre navighiamo, il cibo è eccellente ed è piacevole mangiare e vedere scorrere questo paesaggio insolito. A fine crociera sostiamo nel villaggio agricolo di Yangshuo dove facciamo acquisti.

Riflessologia plantare?

Ritorniamo al pullman e visitiamo un centro di medicina orientale dove assistiamo ad un’esibizione di tai chi,
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una serie di movimenti lenti e circolari, come in una danza silenziosa. E’ un’arte marziale cinese nata come tecnica di combattimento, oggi conosciuta come ginnastica e come medicina preventiva, che pratico e adoro. Ci viene illustrata anche la riflessologia plantare. Quando ci fanno sedere in una stanza e il “dottore” ci chiede quali disturbi abbiamo, restiamo un po’ sorpresi.. 
L’arrivo delle infermiere con camici e cuffiette rosa, armate di strumenti per provare la pressione, non è che l’inizio: dopo aver sollecitato gli applausi entra il professore… che ha una lista interminabile di pastiglie adatte a qualsiasi disturbo.. 
Usciamo, è veramente troppo!

Dopo la cena in albergo andiamo a teatro ad una rappresentazione delle minoranze etniche. E’ splendida la scenografia, con costumi coloratissimi e meravigliosi ed una musica coinvolgente. Gli artisti si esibiscono in esercizi di acrobazia, piramidi umane, trapezio e contorsionismo, il tutto intercalato da canti e balli locali. L’inno finale è alla pace e all’unione.

La Grotta del Flauto è una galleria di formazioni calcaree, rese ancora più belle da luci colorate, dove assistiamo allo spettacolo di luci e suoni 


 Collina della Grotta di Fubo

Alla base della collina si aprono delle grotte sulle cui pareti sono state scolpite statue buddhiste di epoca Tang e Song insieme a molte iscrizioni. Dalle grotte ci si affaccia sul fiume

                                                                   Traghetto a mano

e qui si trova una fantastica formazione rocciosa: 

un enorme pilastro che rimane sospeso a soli 20 cm dal suolo.

All’uscita dalle grotte passiamo davanti a numerose bancarelle 


e vediamo un pompelmo enorme, meno succoso ma più polposo e dolce del nostro; la buccia è spessa un centimetro! 
 

I primi di aprile ricorre la festa dei morti, ed è tradizione fare scoppiare piccoli petardi, bruciare cartamoneta e repliche cartacee come automobili, case, telefoni e servizi vari, perchè secondo la cultura cinese i morti avranno bisogno di tutti i loro averi anche nella vita ultraterrena.

Nanchino

Ci trasferiamo in aereo a Nanchino, che è una città di 6 milioni di abitanti. Esploriamo la città alla ricerca di un ristorante tipico (era una serata libera). Un nostro compagno di viaggio, entusiasta, ci ha indicato un locale, secondo lui interessante.. 
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Si rivela molto, molto modesto e non proprio pulitissimo, decisamente non per turisti. Infatti I propietari non parlano altra lingua che il cinese. Ordinare è veramente un dramma. Guardiamo le fotografie del menù, che si intravedono appena attraverso la plastica opaca. Niente posate, solo bacchette e lo sporco impera.. Cucina, ahimè a vista, con pentole di alluminio ante guerra, nere e piene di bitorzoli. Piatti strani e sconosciuti, a parte i ravioli.  Uniche note positive il costo 3€ a testa e le risate incontenibili…Il contenitore dei “tovaglioli” ha la forma del porta spazzolino da wc e dentro, naturalmente.. carta igienica 
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(sì, carta igienica!)  Passeggiata nel centro della città vecchia.

Ponte sul fiume Yangtze

Si sale con un ascensore  e da lassù si gode una vista stupenda, nonostante la foschia. 



Il ponte è stato costruito dai cinesi, hanno partecipato 5000 volontari per 8 anni, è a due piani: quello superiore adibito a trasporto stradale, l’inferiore dove transitano i treni. Il tutto è sorretto da 4 torri alte 70 m. Peccato sia ormai tecnicamente superato: le gigantesche navi moderne non riescono più a transitare.

Suzhou

Ci trasferiamo in treno, destinazione Suzhou e proviamo l’emozione di una stazione cinese…. Siamo soli con la nostra guida italiana, perchè la guida locale non ha il permesso di entrare in stazione. Ci ha lasciato preziose informazioni: sulla banchina, in una postazione delimitata da una linea ed un numero, arrivato il treno bisognava, in fila per uno, salire in meno di un minuto pena la perdita della carrozza. Panico! Eravamo in un formicaio, con trolley e cinesi campioni di dribblaggio.. Il treno, incredibile, si è fermato millimetricamente davanti ai nostri piedi. Saliti cercavamo i volti conosciuti del nostro gruppo, ma è andato tutto bene.
 
Arrivati troviamo un albergo splendido (Holiday Inn) e ceniamo in un ambiente lussuoso con una straordinaria offerta di cibo.
Il giorno seguente piove ed acquistiamo delle strane mantelline, con visiera e possibilità, ovviamente, di coprire il manubrio della bicicletta (meno di 1€ ciascuna)
Visitiamo il Giardino dell’Amministratore Umile 

E un’armonia di acqua, roccia, boschetti di bambù, nel 1997 è stato inserito dall’UNESCO nel Patrimonio dell’Umanità e copre un’area di cinque ettari. E’ diviso in tre settori, che si uniscono tra loro in modo armonioso ed è’ stato realizzato in 16 anni.  (la guida racconta che il figlio dell’Amministratore lo ha perso al gioco in una notte…)
Il giardino è splendido: ponticelli, laghetti con pesci rossi e piccoli scorci di paesaggi curatissimi, legati al confucianesimo, all’ ordine e all’ equilibrio. 

Del resto lo scopo del giardino cinese, in passato, era di offrire pace e tranquillità ai suoi ospiti ed anche questo fu costruito con questo obiettivo. Da ogni angolo si gode una stagione: primavera, estate, autunno, inverno. All’interno dei padiglioni ci sono mobili di pregio ed enormi vasi con bonsai di azalea, carichi di fiori


C’è uno spazio riservato all’idrocoltura: vasi di vetro enormi con pesciolini rossi che nuotano fra le radici.. (da copiare) 
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La fabbrica della seta.
La lavorazione, dal baco al bozzolo, è un’esperienza dimenticata ed interessante.
Il percorso, che è lo stesso da 3000 anni, inizia dall’allevamento del baco che si nutre di foglie di gelso, la lavorazione e la cottura del bozzolo, lo scarto, la ricerca del primo filo e la tessitura. 
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Alla fine siamo incantati dalla bellezza del prodotto finito: foulards, piumini, lenzuola e tovaglie.
 
Io, bonsaista da sempre, sono andata letteralmente in estasi visitando il giardino dei 1000 bonsai. 

la “modella” dà l’idea della maestosità della pianta


Un’ intera collina con bonsai di dimensioni mai viste, mi dà emozione e mi offrirei volontaria per accudirli..
Il ritorno è su una barca, naturalmente a forma di drago, e ci ritroviamo nella vera Suzhou, chiamata la Venezia d’oriente.


Suggestivo vedere le vecchie case di legno sull’acqua (niente a che vedere con la nostra Venezia, se non per i canali) 

Approdiamo ad un mercato locale, ad uso dei cinesi ed ancora non totalmente turistico. Incredibile. Forse cinquant’anni fa, da noi, si poteva vedere questo spettacolo. Conigli, cani, galline, rane toro, tartarughe, pesci in grandi vasche, fegato, carne, teste di pesci su banchi luridi, conchigliette di fiume tritate con uno strano attrezzo, focacce fatte cuocere sulla piastra.
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E’ probabilmente quello che resta della vera Cina. Rivedo anche una toilette, che ho già avuto la sfortuna di provare. 


L’ho individuata dall’odore..

Villaggio Tongli. Si ritorna nel passato.. Sul canale si affacciano le case vecchie, le donne lavano i panni, le cozze, l’insalata.. I barcaioli remano con un remo solo, come a Venezia. E’ un borgo che conserva le caratteristiche di un’antica città cinese.
 

lavaggio cozze

cormorani a riposo

Finita anche la terza puntata..

l’appuntamento è per la quarta ed ultima: parleremo di Hangzhou e delle piantagioni di thé, del contrasto fra pagode e grattacieli a Shangai, del treno a levitazione magnetica, del Jin Mao tower, del fascino del Bund..

Se vuoi vedere altre immagini le puoi trovare nella photo gallery

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