IL PASTICCIOTTO LECCESE della Pasticceria Ascalone
Il pasticciotto leccese è nato nel 1745 a Galatina, nella pasticceria Ascalone, durante le festività di San Paolo, guaritore delle tarantate.
La storia della Taranta è legata al tarantismo, malattia provocata dal morso di un ragno, la tarantola.
Il ritmo travolgente e ossessivo della pizzica accompagnava l’antico rituale di cura dal morso della tarantola.
Alcuni studiosi associano le origini culturali di questo evento alla grecità di questa terra. Esiste un legame con il mito di Aracne, che sfidò Atena nell’arte della tessitura e per questo venne trasformata dalla dea in un ragno, costretta a tessere le sue tele per l’eternità.
Come per molte ricette famose il pasticciotto leccese è nato per caso.
Dopo aver creato tante torte e alla ricerca di una novità, per stupire i suoi paesani, si ritrovò con poco impasto e un pò di crema, insufficienti per cuocere una torta.
Li utilizzò facendone una piccolo dolce, che chiamò pasticcio. Risultò ottimo e nacque così il “pasticciotto de Lu Scalone”, un dolce tipico del Salento.
È abitudine dei salentini consumare il pasticciotto appena sfornato e ancora caldo, durante le prime ore della giornata per la prima colazione.
Ingredienti del pasticciotto leccese
Per la pasta frolla
Gr. 600 di farina
Gr. 300 di strutto
Gr. 300 di zucchero
6 tuorli d’uovo
la buccia grattugiata di un limone
un pizzico di sale
Per la crema:
l. 1 di latte
6 tuorli d’uovo
gr. 150 di farina
gr. 300 di zucchero
la buccia di un limone
Il pasticciotto leccese – Preparazione
Impastare la farina con tutti gli ingredienti e lasciarla riposare in frigo per mezz’ora.
Preparare la crema pasticcera e farla intiepidire. Stendere la sfoglia di mm. 7-8.
Imburrare e infarinare stampini ovali, coprire con la pasta il fondo e le pareti, bucherellare.
Riempire di crema pasticcera, coprire con un pezzo di sfoglia saldando bene i bordi. Spennellare con bianco d’uovo leggermente battuto.
Far cuocere in forno a 180° per 25-30 minuti, fino a quando la superficie sarà dorata. Sfornare, lasciare intiepidire e togliere dagli stampini.