lo s’ciânco: il baseball del passato:
lo s’ciânco o, in italiano, lippa, si giocava a Correggio (RE) nel passato e l’attrezzatura necessaria era:
un pezzo di ramo (si sceglieva fra la legna da bruciare) = la canèla
un pezzo di legno più piccolo (20/25 cm) sapientemente appuntito ai due lati = lo s’ciânco
Squadre:
Le squadre dovevano avere lo stesso numero di partecipanti.
Luogo di svolgimento della partita: Piazzale Carducci ex Piazzale delle Corriere
Confini
Dal baracchino di vendita delle cocomere (barachin degli ingúri ed Campana (Carôsa) al muro di cinta del Contarelli
Durata della partita
Fino a quando i Vigili urbani (Pompeo, Nibal, Stagno, Bico, Nuvlein ecc) non venivano ad interromperla, provocando una fuga in massa
Il gioco, regolamento
Dopo un lunghissimo “pêra o disper” per chi doveva cominciare e la composizione delle squadre in numero pari, si tracciava un semicerchio che rappresentava il monte di lancio del baseball. Il battitore colpiva con il pezzo lungo (la canéla) il pezzo piccolo (lo s’ciânco)su un’estremità per farlo saltare e poi colpirlo. Erano 3 i tentativi e l’abilità consisteva nel lanciare il pezzo piccolo il più lontano possibile. Se lo si prendeva al volo il battitore era eliminato. Se non veniva preso al volo si chiedeva la misurazione dal punto di caduta per stabilirne la distanza. L’unità di misura era rappresentata dalla canèla e l’operazione veniva seguita con molta attenzione, dal silenzioso, all’urlante, al litigioso da entrambe le squadre, per evitare i soliti brogli.
Se durante la partita lo s’ciânco andava oltre il muro di cinta la squadra del battitore urlava a gran voce la frase magica “tút a stia” ovvero il muro di cinta era parte integrante del campo di gioco, perciò doveva essere misurato su entrambe le facciate, con tutte le contestazioni che ne seguivano. Era facile imbrogliare misurando la distanza con la canèla, senza testimoni (era uno solo a scavalcare e misurare il muro su ogni lato) Gli altri lo aiutavano facendo la piramide umana per permettergli di oltrepassare il muro. Chi faceva più punti vinceva la partita.
Questo regolamento interno era in vigore a Correggio, Porta Modena
Danni collaterali
Era tutto questo chiasso ad attirare i vigili, oltre a qualche vetro rotto nelle abitazioni della piazza.
La gioia del ritorno a casa era offuscata da com’era ridotto il golfino ”buono e unico” che la mamma aveva destinato alla scuola e ritornava “traforato” dalle punte insidiose dello s’ciânco. Il giocatore infatti lo usava come guanto per prendere al volo lo s’ciânco appuntito. I guantoni da baseball erano un sogno a quei tempi…
Questo gioco tradizionale, dichiarato Patrimonio Culturale Immateriale dall’Unesco nel 2003, ha nel veronese il numero di giocatori più numeroso, in Europa è uno dei più importanti.