Reggio Emilia, un vigneto tascabile in zona ZTL

di Emilia e Lindo
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Reggio Emilia, un vigneto tascabile in zona ZTL

Lo sapevi che a Reggio Emilia….

-il vigneto più piccolo al mondo è in zona Ztl, su un tetto, in 20 mq, nel centro storico della città?

-che il vino non è venduto in un’enoteca, ma in una galleria d’arte?

-che è l’unico produttore al mondo a dire di non bere il suo vino?

Tullio Masoni, imprenditore e collezionista, coltiva il suo vigneto di Sangiovese sul tetto di un palazzo del XVI secolo, nel cuore di Reggio Emilia, in Via Mari, 10.
Via Mari è nel centro storico, nel quartiere del “Popol Giost”, zona autentica della città.

vigneto

Perché un vigneto sul tetto di casa?

Ereditato dal padre un vigneto nella campagna reggiana e realizzato che le perdite sarebbero state superiori alle entrate, l’ha venduto.
Passati 20 anni ne ha sentito la nostalgia e si è inventato un vigneto tascabile.
E l’ha realizzato sul tetto di casa, in Via Mari 10, lo stesso nome del suo vino, di cui produce solo 29 bottiglie.
Un vino che non viene venduto in un’enoteca, ma in una galleria d’arte, la Bonioni Arte, poco distante da Via Mari.
Un vino unico, prezioso, invecchiato in botti di rovere, che rappresentano un uomo e una donna, realizzate da Lorenzo Menozzi, un artista locale.
Anche le etichette sono speciali, disegnate da Giuseppe Camuncoli, fumettista di Marvel, nato a Reggio Emilia. 

Masoni

Reggio Emilia

Ecco spiegata la raccomandazione di non aprire le sue bottiglie: sono vere opere d’arte! 

Tullio racconta di aver voluto dimostrare che si può fare un vino nuovo.
Dietro ogni vino c’è sempre il territorio, il terroir, che per lui è un concetto superato. Il suo vigneto infatti è apolide, senza territorio, e rappresenta l’Italia intera. La terra dove affondano le radici del suo Sangiovese, il vitigno più diffuso d’Italia, è di tutte le regioni. 

Reggio Emilia, il ViaMari10 si racconta

“Il vigneto vive in un microclima unico, scaldato dai coppi dei tetti dei vicini e dalle unità esterne dei condizionatori degli appartamenti sottostanti, che favoriscono un’escursione termica ideale di 15 gradi tra il giorno e la notte.
Sommando le temperature medie giornaliere tra aprile e ottobre, nel periodo vegetativo, ho verificato che il mio terrazzo ha gli stessi gradi-giorno nella Napa Valley in California”

Reggio Emilia vigneto

Reggio Emilia, ViaMari10, la storia

Il ViaMari10 ha dietro una storia italiana. Qui nasceva nel 1797 il tricolore nazionale e proprio in Via Mari due medici, rivali da sempre, (Michelangelo Morini e Paolo Assalini) si sfidarono a duello per un posto da primario nel vicino ospedale.
Ferito a morte Morini, Assalini scappò per sfuggire alla legge, unendosi alle truppe napoleoniche accampate fuori città.
Divenuto medico personale di Napoleone, lo seguirà in tutte le sue campagne, pubblicherà libri e diventerà famoso.

Alla sua morte arrivò Garibaldi, si fermò nel luogo del duello, davanti al pozzo del palazzo di Via Mari.
La gente si riversò incuriosita nella piazza e le mamme chiesero si facesse un battesimo laico con l’acqua attinta dal pozzo.
Quei ragazzini divennero speciali, passandola liscia ogni volta che combinavano marachelle.
Lésa stér càl ràgas, cl’è ste batzé da Garibaldi” (Lascia stare quel ragazzo, che è stato battezzato da Garibaldi)

Il vino nasce qui, dove Assalini insanguina Via Mari e 50 anni più tardi viene lavato con l’acqua del battesimo di più di 100 bambini restituendo quel magnetismo nel sapore. Un valore aggiunto che altri vini non hanno.
Il Via Mari 10 accultura ed è il più bel complimento che si possa fare ad un vino.

Il rumore del traffico, il vociare della gente sulla strada, delle varie etnie presenti negli appartamenti confinanti, i litigi e le imprecazioni nelle più disparate lingue, nei vari dialetti, arricchiscono e contaminano l’uva, che non è sola come nei vigneti di campagna.
Insomma, questo non è un vino, ma un’espressione artistica, una provocazione filosofica, qualcosa da tenere in salotto per poterne parlare con gli amici.

E’ stata un’immersione totale, nel Sangiovese, nei vitigni, nel clima, nella storia.. e nella straordinarietà di questo racconto.  grazie  Tullio!

Le immagini sono di ROSSANA MAZZIERI

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