Scarlino, due passi nel Museo di Portus Scabris
Ritornati in vacanza a Puntone di Scarlino, di nuovo al Camping Piper, ci dedichiamo alla scoperta dei dintorni.
E’ difficile rinunciare alla spiaggia (quest’anno insolitamente poco frequentata) e all’acqua calda e trasparente, ma la curiosità è sempre tanta.
Dal campeggio attraversiamo la strada e siamo catapultati nei secoli passati.
M.A.P.S. il Museo Archeologico del Portus Scabris
Eccoci al MAPS, nato nel 2009 per divulgare i dati degli scavi archeologici subacquei effettuati dal 2000 al 2001, durante la costruzione del porto turistico di Portiglioni, a Puntone di Scarlino.
Il Museo è un piccolo gioiello, conosciuto da pochi. E’ molto curato, con didascalie chiare. Il personale è gentile e molto competente. Un libro da leggere, dove ogni pagina racconta la vita quotidiana di secoli fa.
Sono stati portati alla luce tanti reperti, accumulati nei fondali durante i secoli, a conferma dell’intenso traffico di navi mercantili a partire dal III secolo a.C.
La scoperta è importante e conferma l’esistenza del famoso “Portus Scabris” citato da fonti antiche. Il termine Portus infatti veniva utilizzato per distinguere porti veri e propri da scali e approdi meno attrezzati.
L’allestimento ricostruisce la vita dello scalo attraverso i reperti archeologici custoditi dal mare che ora raccontano la nostra storia.
L’insenatura oggi è scarsamente protetta dai venti, ma faceva parte di un porto più ampio, dove le navi potevano trovare riparo all’interno di un ampio lago salato, comunicante con il mare.
Il lago si è ridotto nei secoli e oggi, a seguito delle bonifiche, è diventato l’area umida chiamata Padule di Scarlino, area protetta di rilevanza naturalistica internazionale.
La sede che ospita il Museo era un casello idraulico dei primi del ‘900.
Se la conformazione della costa è fondamentale per la nascita di un porto, lo sono anche la posizione strategica e l’economia. L’impulso venne dall’estrazione del materiale ferroso (ematite) estratto all’isola d’Elba, chiamata Alithalia (la fumosa) per l’intensa attività dei forni e trasferito via mare nei centri di lavorazione lungo la costa.
Il lago salato favoriva un approdo sicuro per le navi e reperibilità delle materie prime (legname come combustibile, pietre e terra refrattaria per la costruzione dei forni)
Scarlino: i reperti raccontano
Sembra di tornare indietro nel tempo, alla navigazione antica che si svolgeva senza strumentazioni, osservando le stelle.
Le navi erano di tutte le dimensioni, anche di quaranta metri, e trasportavano fino a diecimila anfore, alcune ritrovate ancora con il tappo di sughero. Tra gli altri oggetti esposti vi sono strumenti di bordo come lo scandaglio, chiodi, punteruoli, aghi da rete, pentole, tegami e olle annerite dal fuoco, usate dai marinai per preparare i pasti.
Tra i reperti: oggetti caduti in mare durante il carico e lo scarico, anfore e vasellame danneggiati e gettati in mare per liberare le stive.
Il MAPS si articola in sei sale – cinque espositive, più una saletta video – disposte sui due piani.
Un’ interessante mappa nella seconda sala illustra i principali porti tirrenici e i più importanti flussi commerciali di vino, olio, ceramica, salsa di pesce, vetro, ematite e materiali ferrosi.
Dal XVI al XVIII secolo il lago si prosciugò, divenne una palude malsana e si diffuse la malaria, rendendolo un piccolo approdo locale. E’ nel XIX secolo che avviene la rinascita, dopo le bonifiche, e la baia è utilizzata per la spedizione della pirite, fino al 1978. L’inaugurazione della Marina di Scarlino è avvenuta nel 2003.
Siamo al secondo piano, ma sott’acqua … La saletta video proietta un documentario sugli scavi subacquei condotti tra il 2000 e il 2001, durante la costruzione del moderno porto turistico. Sembra di essere là e di partecipare con emozione agi scavi.
Davvero un gioiello questo Museo e straordinaria la raccolta dei reperti. Un gioiello che merita di essere visitato e conosciuto maggiormente.