Via dei Lombardi a Sassalbo, l’autostrada del Medioevo

di Emilia e Lindo
Via dei lombardi

Via dei Lombardi a Sassalbo, l’autostrada del Medioevo

Via dei Lombardi a Sassalbo, ritorniamo in autunno per percorrerla.
Passaggio obbligato per chi dalla Lombardia voleva raggiungere la costa mediterranea.
Antica via di collegamento, autostrada del Medioevo da tanti secoli, la Via dei Lombardi congiungeva Luni a Reggio Emilia.
Via dei Lombardi per chi viveva sul versante marino, Via dei Toschi per chi nel versante emiliano.
Ci fermiamo alla casa cantoniera, appena dopo il passo del Cerreto. Incontriamo Emanuele Bertocchi, storico appassionato di questi luoghi. Prima di addentrarci nella Via dei Lombardi vogliamo vedere da vicino le vecchie ghiacciaie sul lago Padule. Attraversiamo la Statale, imbocchiamo quasi di fronte un sentiero che si addentra nel bosco e costeggia il  Rosaro.

Via dei lombardiLago Padule

Il Lago Padule e le ghiacciaie

Eccoci al Lago Padule e alle strutture murarie delle ghiacciaie, i frigoriferi dei nostri nonni.
Questi manufatti sotterranei sono costruiti a volta con pietre, con la tecnica del muretto a secco. All’inizio dell’inverno si deviavano le acque del Rosaro, facendole confluire nelle ghiacciaie in prossimità del lago, fino a riempirle completamente d’acqua.

la via dei lombardiEmanuele Bertocchi e la ghiacciaia

la via dei lombardi
Venivano ricoperte con rami e lastre di pietra e su tutto veniva steso uno strato di terra. In poco tempo l’acqua si trasformava in un enorme blocco di ghiaccio, che era estratto con il piccone. Ridotto in blocchi di pochi chili, per essere trasportato più facilmente, era destinato in parte all’Ospedale di Fivizzano per usi terapeutici, in parte verso La Spezia.
Trasportato durante la notte per non farlo sciogliere era venduto a pescherie e bar. Le ghiacciaie erano usate anche dai Sassalbini per conservare gli alimenti deperibili. Ora che i frigoriferi sono in ogni casa il loro uso si è esaurito e sono state abbandonate. Sono iniziati i lavori di recupero per valorizzarne la memoria storica.
 E’ importante per capire meglio il passato e il sacrificio dei nostri antenati.
Il lago è bello, l’acqua limpida e Emanuele racconta che d’estate ci si può nuotare.

Via dei Lombardi a Sassalbo

Ritorniamo sulla Statale per immetterci sulla Via dei Lombardi. Il paesaggio è bello e, immersi nelle faggete, costeggiamo il Rosaro. La prima parte è facilissima e si passeggia nel bosco, nel profumo del muschio e dei funghi, che spuntano numerosi da sotto le foglie. Ci si sente in pace con se stessi, immersi nel silenzio del bosco, catapultati in un’altra dimensione.

via dei lombardi

via dei lombardi

via dei lombardi

crocevia

Dimensione di silenzio e pace. Si arriva all’incrocio fra il Passo dell’Ospedalaccio, dove un tempo c’era un ospizio medievale che assisteva i pellegrini di passaggio, e Sassalbo. Qui la discesa si fa impegnativa. Il fondo lastricato è molto sconnesso, bagnato e ricoperto di foglie secche. Si può scivolaree… e infatti si scivola.

via dei lombardi
Si domina la vallata e in lontananza, in giornate particolarmente limpide, si può vedere il mare. Dopo due orette di discesa si arriva finalmente all’enorme e antico castagneto, attraversato dall’antica via lastricata dei Lombardi. Dopo tanta fatica il ristoro è d’obbligo: ci fermiamo al Ristorante Fiorini a degustare i piatti della tradizione.  Piatti eccezionali, curati con esperienza e passione.

Le castagne e l’essiccatoio

Raccolte le castagne andiamo nell’essiccatoio più antico di Sassalbo, uno stanzone diviso da un graticcio che fa da soffitto, sul quale si mettono le castagne.
Sotto si accende il fuoco di legna di castagno.
Non c’è il camino.
Le braci e il fumo scaldano il soffitto e le castagne per un mese intero, senza interruzione.
I custodi del fuoco, a turno, lo vegliano e lo alimentano. Sono serate di condivisione e di amicizia, che si ripetono da sempre.

il metatol’essiccatoio

castagnele castagne sul graticcio

via dei lombardidue castagne e un bicchiere di vino?

Dopo che le castagne saranno essiccate e battute si andrà a Fivizzano, perché qui non ci sono più mulini. Si tornerà con la preziosa farina che servirà a creare tante prelibatezza, dai primi ai dolci. Per completare la poesia si potrà abbinare al castagnaccio la ricotta appena fatta.

Emanuele ci insegna dove sederci per non essere affumicati e si rivivono momenti di chiacchiere e complicità. L’ospitalità è sacra e si ascoltano i racconti della lavorazione mangiando castagne accompagnate da un buon bicchiere di vino.
E’ stata una giornata piena. Piena di natura, tradizioni, cultura e gastronomia. L’Appennino è ricchezza ed è bello vivere questi momenti e conoscere persone che lo valorizzano e lo rendono prezioso con le loro testimonianze, evitandone l’esodo, che produce impoverimento culturale. Un apporto importante è dato dal Parco Nazionale Appennino tosco-emiliano, che ha sede all’ingresso del paese, dove si può trovare il materiale che riguarda sentieri e cultura.

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