Firenze: lo sapevi che?
Firenze
nelle case del centro storico di Firenze e in altre località toscane sono nascoste piccole feritoie, passaggi anti contagio utilizzate dal 1660 per la vendita al dettaglio.
immagini prese da buchettedelvino.org
Le buchette del vino
Sai che cosa sono le buchette del vino?. Negli anni alcune erano state murate, ma ora sono di nuovo lì a farsi ammirare e a raccontare la loro storia.
Anno 1634: è appena finita la peste a Firenze e l’accademico fiorentino Francesco Rondinelli nella sua “Relazione del contagio” descrive l’efficacia anticontagio degli “sportelli” del vino. Un documento di grande importanza per la storia delle buchette, trovato e raccontato da Diletta Corsini.
La feritoia era usata per far passare i fiaschi e fare uscire contenitori, legati ad un bastone, in cui lasciare i soldi, evitando così ogni contatto.
I baristi potevano disinfettare le monete con l’aceto prima di metterle in cassa.
Foto La Stampa
Come fare a fidarsi?
Ti chiedi come l’acquirente potesse fidarsi della qualità del prodotto servito in strada? Era lo stemma della facciata, il logo di oggi, che identificava la famiglia produttrice. Curiosando su vocabolari della lingua italiana della metà dell’Ottocento ci togliamo ogni dubbio:
“l’Albizzi ha aperto il finestrino; e ci ha un vino eccellente” (Vocabolario Italiano di Rigutini e Fanfani, 1875);
“il finestrino di casa Albizzi sta aperto da mezzogiorno al tocco”(Novo Vocabolario della lingua Italiana, 1870),
“Cette Cantina assez renommée pour ses vins vieux ne livre aux consommateurs que ceux provenant des propriétés de la Marquise Leonia Degli Albizi Frescobaldi…”
“Questa cantina, rinomata per i suoi vini d’annata, dispensa ai consumatori solo le qualità che provengono dai terreni della Marchesa Leonia Degli Albizi Frescobaldi”. (Guide-souvenir de Florence,1892).
Dalla peste alla recente pandemia, un modo per servire cibi e bevande, mantenendo il distanziamento sociale. E’ così che alcuni locali fiorentini ripristinano l’uso della loro buchetta del vino per servire caffè, bevande e gelati, in assoluta sicurezza.
Ora la caccia è aperta: si ritrovano nuove buchette e da un censimento fatto dall’associazione Matteo Faglia, Diletta Corsini e Mary Christine Forrest nel 2015, in Toscana ci sono almeno 150 buchette, una diversa dall’altra.
Non vediamo l’ora di tornare a Firenze e seguirne la mappa!
Grazie a La Stampa e all’Associazione Culturale BdV di Firenze per le preziose informazioni e per le splendide immagini.