Correggio Via Carletti, due passi nella storia
Correggio Via Carletti, due passi nella storia
Via Carletti nel primo tratto
Correggio, Via Carletti: due passi qui sono una passeggiata nella storia. La via infatti riveste notevole interesse. sia per gli avvenimenti del passato che per le ville presenti. Il Casino delle delizie di Nicolò Postumo, ora Villa Taparelli e Il Casino del Conte Gianfrancesco da Correggio, ora Villa Recordati. Via Carletti è sempre stata cara ai correggesi, che amano godere del verde e dei colori della campagna.
Il Casino delle delizie di Nicolò Postumo, ora Villa Taparelli
La storia
Via Carletti Inizia da Via Circondaria, fuori Porta Reggio e si congiunge con Via Canolo. Vista dall’alto è la prosecuzione ideale di Viale Saltini verso Carpi. La via, molto importante, era chiamata stradone e i correggesi più vecchi la ricorderanno come “al stradoun ed Sácosa”. Nel secolo scorso infatti il Generale Agostino Saccozzi abitò nel Casino delle delizie del Conte Gianfrancesco, ora Villa Recordati.
La strada, superato il canale dei Mulini con un ponticello in mattoni, attraversava i campi della Tagliata e passava il Naviglio con un altro ponte. Intersecava una carraia che serviva per il trasporto merci via acqua con barche trainate da cavalli, congiungendosi poi con la Via per Canolo.
L’abbattimento del ponte
Nel 1655, per timore di un’invasione di truppe nemiche, abbatterono il ponte sul Naviglio e lì la via terminò. (Da quattro anni infatti si combatteva una dura guerra tra gli Estensi e gli Spagnoli, che si concluse con un trattato di pace firmato nel 1659 che liberò Correggio dal presidio spagnolo).
E’ significativo che ancora oggi, a secoli di distanza, venga usato il detto: “Póvra nuéter sa riva i Spagnô, is’ màgnen la féva e anch’i fasô” (poveri noi se arrivano gli Spagnoli, ci mangiano le fave e anche i fagioli).
Dopo l’abbattimento del ponte, per due secoli si mantenne un pedagno sul cavo Naviglio, per permetterne il passaggio pedonale. (Il pedagno era una passerella fatta con un tronco squadrato della larghezza di 40/50 cm. ed un mantegno in legno fissato alle due estremità)
All’inizio del XX° sec., con l’avvento dell’illuminazione, le colonnine in ghisa dei lampioni ad olio davanti al Teatro Asioli, furono adattate al sostegno del pedagno, (che da legno era divenuto in ferro)
Nel 1939 La famiglia Ruffini, propietaria dei terreni dal Naviglio a Via Canolo, donò un appezzamento alla Gioventù italiana del Littorio, da destinare alla costruzione di una colonia elioterapica.
Nel 1985 circa alcuni nuovi proprietari terrieri oltre il Naviglio, ottennero dal Comune e dalla Bonifica Parmigiana Moglia il permesso di costruire un ponte in calcestruzzo sul Cavo Naviglio, abbattendo il pedagno. Le colonnine di sostegno in ghisa ritornarono davanti al Teatro Asioli. Dopo 300 anni Via Carletti ritrovava il suo antico tracciato perdendone però la tranquillità.
Passatempi
Non esistevano ancora le piscine negli anni 50/60 ed era qui, nel Naviglio o Vdagna, che nugoli di bambini sguazzavano. trasformandolo in piscina. Sotto gli occhi attenti dei più grandi, i piccoli nuotavano nella “vaschetta” a loro dedicata.
L’esame di abilitazione per diventare provetto nuotatore era quello di attraversare il canale, che con gli occhi da bambino era davvero enorme.
L’acqua scorreva ed era limpida, era la Rimini dei tempi, il luogo delle vacanze. Non sempre i genitori erano a conoscenza di queste scappatelle, si prendeva la bici, si legava la salvietta alla canna e via!
Le vedette ai lati del canale evitavano sgraditi arrivi.
le immagini ci sono state gentilmente fornite da Lorenza Francia
Leggenda
Sul canale, come nei castelli, si aggiravano fantasmi..
Si narra infatti che nel canale vivesse la Borda, creatura leggendaria che abitava nelle sue acque. Si trattava di una strega orribile, personificazione della paura legata alle zone paludose e ai canali, per spaventare i bambini e tenerli lontani dal pericolo.
(Alcune notizie sono tratte da un articolo del Dott. Giulio Taparelli – Correggio Produce 1988)
Correggio e Via Carletti riservano altre sorprese. Parleremo presto del Canale dei Mulini, che portava a Correggio le acque dal fiume Enza. Un’opera straordinaria voluta da Borso d’Este che scopriremo insieme.
Correggio è nei nostri cuori e ne parliamo spesso nel nostro blog